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BACK TO ITALY, UNA MAPPA DELLE PRODUZIONI DA RIPORTARE IN ITALIA

Quante e quali sono le produzioni che oggi potrebbero essere convenientemente recuperate rispetto agli ultimi decenni di delocalizzazione intensiva e continuativa e riportate in Italia, e attualmente in quali paesi sono allocate ? 

Forse sono più di quante si potrebbe credere, soprattutto pensando alle opportunità offerte dalle RETI. 

Ci sono inoltre prodotti (e interi settori) che storicamente sono sempre stati “importati”, per mille ragioni che sarà anche opportuno prima o poi analizzare. Ragioni connesse ovviamente in primis a fattori di convenienza economica, in particolare relativi ai costi del lavoro e delle materie prime, che in un determinato periodo di tempo e contesto possono anche aver avuto una sacrosanta motivazione, ma che forse oggi hanno perduto o stanno sempre più perdendo quello stato di necessità, convenienza e dipendenza dall’estero che una volta appariva assolutamente evidente. 

Forse in molti casi è ancora così, forse in altri casi bisognerebbe ridisegnare una mappa di quei prodotti che potrebbero oggi rientrare (o entrare per la prima volta) in Italia ed essere ripresi in carico dalle nostre PMI . Del resto sta accadendo in molti comparti, come ad esempio nel fashion. 

Possono esserci motivi di ordine qualitativo a favore delle produzioni provenienti dall’estero ? Sinceramente mi risulta difficile pensare che qualsiasi prodotto comprato e importato dall’estero non potrebbe anche essere fabbricato in Italia con un livello qualitativo altrettanto buono e probabilmente quasi sempre superiore, rispetto alla provenienza da qualsiasi parte del mondo. 

La realtà è che sono ormai decenni che si considerano convenienti quasi di default i processi di delocalizzazione, di traffico di perfezionamento passivo, di outsourcing da paesi a basso costo del lavoro, ma la situazione è davvero ancora così ? La mia può sembrare una provocazione velleitaria e antistorica, ma sono convinto che con il contributo di tutti si potrebbe fare un po’ più di luce su molti prodotti e processi di lavoro che oggi, riportati in Italia, potrebbero dare nuove chance al sistema delle PMI italiane, soprattutto se rielaborati dal punto di vista produttivo con nuove metodologie di lavoro, in particolare favorite da ipotesi di aggregazione. 


Un esempio per tutti possiamo averlo prendendo in considerazione il progetto CROSTACEI IN RETE recentemente pubblicato su ASSORETIPMI ( che può essere visionato QUI ).

Il 90% dei crostacei consumati in Italia viene importato dall’estero, in particolare dall’Estremo Oriente e dal Sud America, per soddisfare il nostro consumo interno con prodotti di bassa qualità e scarsi controlli per la sicurezza dei consumatori. Sembra incredibile per un paese che ha 7.540 km di coste, eppure è così. Lo sapevate ? Immagino di no, e io nemmeno, fino a quando un Consorzio Universitario specializzato nella ricerca applicata e nel trasferimento tecnologico in Biotecnologie Marine ha convocato ASSORETIPMI per costruire un progetto di rete proprio per creare in Italia una filiera di produzione dei crostacei, e dare un contributo per annullare (o almeno diminuire) la dipendenza dall’estero di questi prodotti.

Come sempre, nessuno può conoscere a fondo tutti i mondi in cui l’economia si sviluppa, ma è anche vero che alle volte basta uno solo di noi, informato e specializzato su singoli settori e anche su quelle che possono essere anomalie evidenti all’interno del nostro sistema paese, per informare di una certa cosa un numero di persone potenzialmente infinito.

In questo senso e con questo tipo di approccio collaborativo, sarebbe interessante fare un’analisi e una sorta di MAPPA e un INVENTARIO RAGIONATO con motivazioni precise di tutti quei prodotti che oggi potrebbero servire al rilancio dell’Italia e rafforzare tanto i consumi quanto le produzioni (siano esse di servizi, prodotti finiti o semilavorati), quindi con prodotti non solo da realizzare per un consumo interno , ma di cui magari diventare o ridiventare (perché no?) anche esportatori. 

Pensiamoci, perchè le RETI potrebbero essere di grande importanza strategica anche su questo fronte.

 

di Eugenio Ferrari

presidente ASSORETIPMI

 

 

Partecipa alla discussione nel gruppo RETI DI IMPRESE PMI


 

 

Reti di Imprese, Innovazione, Trasferimento Tecnologico. ASSORETIPMI è l’associazione che propone un concreto cambiamento attraverso le Reti di Imprese.
ASSORETIPMI si prefigge come obiettivo la creazione di opportunità di sviluppo e di aggregazione per le Imprese e per i Professionisti che le affiancano, con un preciso riferimento alle Reti di Imprese. Crediamo che l’aggregazione in rete sia una grande chance per le PMI, sia come strumento innovativo per superare crisi congiunturali e strutturali che come nuovo modello economico per competere sullo scenario internazionale e consentire lo sviluppo occupazionale e sociale e il rilancio del nostro Paese.

 

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