IDEE PER LE RETI DI IMPRESE
Sono molti gli argomenti aziendali che dovranno essere poco o tanto ripensati, guardando a questa crisi epocale, anche in rottura con un passato che è arrivato al collasso per molti settori dell’economia, in particolare nell’ottica della formazione di reti.
E se non lo fà nessuno, cominciamo, come sempre, ad occuparcene noi.
IDEE PER LE RETI DI IMPRESE: 1- IL COACHING
Rivolgendomi a tutti i professionisti ed esperti della materia, e ormai sono veramente tanti, presenti nel gruppo (e anche a chi ancora non ne fà parte) vorrei proporre una discussione che mi sta molto a cuore: Pensando ad una proposta di COACHING mirata sulle reti di imprese, voi come la strutturereste ?
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IDEE PER LE RETI DI IMPRESE: 2 – IL MARKETING E IL WEBMARKETING
Ed eccoci al secondo capitolo della nostra ricerca sulle professionalità aziendali “classiche” applicate alle reti di imprese.
Marketing e webmarketing sono due materie aziendali che col tempo, pur prendendo le mosse da medesimi presupposti, hanno sempre più differenziato, almeno in termini operativi, il loro raggio e modalità di azione.
Rivolgendomi quindi a tutti i professionisti ed esperti della materia, come già accaduto nel caso della analoga discussione sul COACHING (che mi auguro continuerà con sempre nuovi interventi), formulo la stessa domanda: Pensando ad una proposta per l’elaborazione di un piano di MARKETING o di WEBMARKETING, mirata sulle reti di imprese, voi come la strutturereste ?
La parola agli esperti.
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IDEE PER LE RETI DI IMPRESE: 3 – IL SISTEMA QUALITA’
Siamo al terzo capitolo della nostra ricerca sulle professionalità aziendali “classiche” applicate alle reti di imprese.
Il sistema qualità di un’impresa è un’area di competenza solitamente trasversale in cui un professionista, da solo o in equipe con altri, sviluppa metodologie per verificare il livello qualitativo, di prodotto o di processo, utile a garantire il corretto posizionamento di un’azienda nel mercato di riferimento e a garantire l’affidabilità del sistema aziendale e la qualità dei propri prodotti nei confronti di terzi e dei propri clienti.
Piccole e micro imprese partecipanti ad un progetto di rete, che solitamente stentano, anche per motivi finanziari, a strutturare un sistema qualità integrato e permanente, potrebbero migliorare la propria cultura della qualità partecipando alla applicazione delle stesse metodologie necessarie per attivare la qualità richiesta dal progetto a cui partecipano, o anche solo attraverso il semplice meccanismo di feedback relazionale di rete.
Rivolgendomi quindi a tutti i professionisti ed esperti della materia, come già accaduto nel caso delle analoghe discussioni sul COACHING e sul MARKETING (che mi auguro continueranno con sempre nuovi interventi), formulo la stessa domanda: Pensando all’elaborazione di un SISTEMA QUALITA’ mirato sulle Reti di Imprese, riferito in particolare a piccole e micro imprese, voi come lo strutturereste ?
La parola, come sempre, agli esperti.
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IDEE PER LE RETI DI IMPRESE: 4 – IL CONTROLLO DI GESTIONE DI RETE
Ed eccoci al quarto step della nostra ricerca sulle professionalità aziendali tradizionali applicate alle Reti di imprese.
Il controllo di gestione di un’impresa è una funzione che, anche in relazione alle dimensioni e tipologie aziendali, può operare in staff alla Direzione Generale oppure essere integrata nell’area Amministrativa. Viene alle volte interpretata come una funzione altamente strategica, partecipando quindi anche ad attività di tipo decisionale, in altre aziende invece il ruolo del controller si limita alla costante verifica degli aspetti economici, reddituali e finanziari, per poi riportare tali risultati in sede di direzione aziendale o della proprietà. Quella del controllo di gestione è in ogni caso una disciplina complessa, che richiede doti professionali non solo in ambito strettamente economico e finanziario, ma necessita di una visione a 360°, entrando in profondità anche degli aspetti operativi, del prodotto, della produzione e dell’area marketing e vendite.
Pensando al controllo di gestione nell’ambito di una rete, viene subito in mente come piccole e micro imprese partecipanti ad un progetto di rete, che solitamente stentano, anche per motivi finanziari, a strutturare al proprio interno un sistema di controllo di gestione permanente, potrebbero migliorare la propria cultura aziendale, la conoscenza e la consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza, usufruendo di un sistema di controllo strutturato su due livelli:
– il primo, dedicato al progetto di aggregazione, per affiancare la governance di rete in senso stretto, con particolare riguardo al controllo budgetario e attività di rendicontazione e reporting.
– il secondo, diffuso e dedicato ad ogni singola azienda, consentendo al/ai responsabili di tale funzione di applicare ad ogni unità una logica di controllo e di reporting che possa portare poi ad un “consolidato” di rete, certificando lo stato di salute delle singole unità anche nella tutela degli altri soggetti partecipanti, e dando modo contemporaneamente anche a piccole strutture di dotarsi di uno strumento di analisi e verifica, anche semplificato, ma che probabilmente, singolarmente, non avrebbero mai potuto attivare, anche per una questione di costi.
Inutile poi sottolineare il vantaggio che la nascita di reti porterebbe a professionalità come questa (ma lo stesso dicasi per le altre funzioni già analizzate: qualità, markeitng, coaching). La formazione di nuove reti porterà benefici diffusi a tutti:
– alle imprese, che potrebbero ritrovare slancio nel progetto di rete
– ai professionisti e consulenti, che troverebbero un nuovo importante ambito su cui applicare le proprie competenze
– ai dipendenti, che vedrebbero drasticamente diminuito il rischio di perdere il proprio lavoro.
Rivolgendomi quindi a tutti i professionisti ed esperti della materia, come già accaduto nel caso delle analoghe discussioni sul COACHING, sul MARKETING e sulla QUALITA’ (che mi auguro continueranno con sempre nuovi interventi), formulo la stessa domanda: pensando all’elaborazione di un sistema di CONTROLLO DI GESTIONE dedicato alle Reti, e riferito in particolare a piccole e micro imprese, voi come lo strutturereste ?
La parola, come sempre, agli esperti.
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IDEE PER LE RETI DI IMPRESE: 5 – INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE PMI
IDEE PER LE RETI DI IMPRESE: 6 – LA SUPPLY CHAIN NELLE RETI D’IMPRESA
IDEE PER LE RETI DI IMPRESE: 7 – LA FINANZA PER LE RETI D’IMPRESA
IDEE PER LE RETI DI IMPRESE: 8 – PROGRAM E PROJECT MANAGER, CORSIE PREFERENZIALI PER FUTURI MANAGER DI RETE ?
Proseguendo nella nostra ricerca (siamo arrivati all’ 8° capitolo) sulle figure aziendali tradizionali con propensione alle Reti, eccoci arrivati a quelle figure manageriali che per competenze acquisite rappresentano, a detta di molti, quegli esperti che si avvicinano maggiormente a poter ricoprire il ruolo del Manager di Rete: il Program Manager e il Project Manager.
Ma prima, essendoci spesso una differenza anche sostanziale ma poco percepita tra questi due ruoli, vale forse la pena fare un distinguo, seppur molto sintetico, tra i due ruoli professionali.
Un Program Manager ha un maggior coinvolgimento nella definizione delle strategie di business aziendali sia in termini di gestione del ciclo di vita dei prodotti che dei servizi forniti. Pertanto deve possedere una visione strategica e definire un prodotto/servizio per soddisfare questa visione garantendo il raggiungimento di un adeguato rapporto costi/benefici. Assume maggiori responsabilità del Project Manager, e ha più visibilità all’interno dell’organizzazione. Il suo coinvolgimento inizia quando si avvia una iniziativa imprenditoriale e deve permanere anche dopo il rilascio del prodotto e implica valutazioni molto più analitiche, come le analisi di mercato, le revisioni e le tendenze periodiche in termini di posizionamento del prodotto/servizio sul mercato, nonchè l’esame work in progress e dei dati finanziari.
Un Project Manager, invece, ha sicuramente un minor coinvolgimento nei processi di business. Il suo ruolo, le sue competenze e le sue responsabilità principali sono finalizzate a garantire il completamento di un progetto, non di progettazione e sviluppo di prodotti/servizi e definizione degli obiettivi di business. La valutazione di un Project Manager dipende in sostanza dalla capacità di raggiungere gli obiettivi di progetto nel rispetto del mandato assegnato.
Detto ciò, a volte il Program Manager viene visto solo come un Project Manager “anziano” oppure ancora come un punto di arrivo nella carriera di un Project Manager.
Quindi, anche se in realtà si tratta di ruoli profondamente diversi che richiedono sicuramente diversi livelli di seniority nella professione e che si sostanziano in compiti decisamente differenziati, resta però il fatto che, nell’ambito di molti dibattiti e scambi di opinioni sui temi delle Reti di Imprese, entrambe queste figure si attestano tra le più accreditate a ricoprire il futuro ruolo di Manager di rete.
In ogni caso queste professionalità andrebbero sempre analizzate anche in termini evolutivi sulle Reti di imprese rispetto a quanto fin qui richiesto dalle imprese singole.
E voi, cosa ne pensate ?
Un grazie anticipato a chi vorrà collaborare a sviscerare anche questo nuovo argomento.
IDEE PER LE RETI DI IMPRESE: 9 – IL CONCETTO DI INNOVAZIONE
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IDEE PER LE RETI DI IMPRESE: 10 – IMPRESE DI FAMIGLIA E PASSAGGI GENERAZIONALI
Dopo queste mie prime riflessioni come sempre a ruota libera soprattutto per introdurre il tema, rimando la questione al nostro gruppo di discussione su Linkedin con un grazie anticipato a chi, esperto o meno di passaggi generazionali, vorrà partecipare alla discussione con un proprio pensiero e contributo.
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