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Tacchi a spillo e suole, chi li produce fa rete e sfida la crisi

26 Aprile 2013

legnanonews.com

Fare rete conviene. Fausto Gazzardi,titolare del Tacchificio Villa Cortese, è tra i primi imprenditori dell’Alto Milanese ad avere aderito ad un rete d’impresa, forma di libera aggregazione tra privati che ha l’obiettivo di accrescere la loro competitività e innovatività, e i risultati sono già visibili.

 

Insieme ad un’azienda specializzata nella produzione di suole in poliuretano, materiale innovativo e durevole nel tempo, il tacchificio è riuscito ad penetrare  un nuovo mercato, quello dei calzolai. Un’esperienza, la loro, ancora in fase embrionale ma che sta già dando i primi risultati positivi, come ha spiegato Gazzardi nel corso del convegno “Ready to Learn” che si è svolto martedì nella sede di Confindustria Alto Milanese: “La nostra aggregazione è nata con l’obiettivo di trovare nuovi sbocchi commerciali anche all’estero, attraverso un’offerta più ampia e sofisticata di prodotti. Prima di intraprendere questo percorso – ha raccontato l’imprenditore –  tuttavia, abbiamo cercato un partner che ci desse garanzia di affidabilità e serietà, perché credo che la buona riuscita di un accordo di cooperazione dipenda in gran parte dalla fiducia reciproca. Noi ci conoscevamo già in quanto lavoriamo insieme da tempo ed a quasi un anno dall’avvio della rete, posso confermare con soddisfazione che abbiamo ottenuto risultati positivi.” 

 

Le due aziende, che attraverso il contratto di rete hanno accesso a d una serie di agevolazioni fiscali, hanno intrapreso collaborazioni con centri di ricerca per rendere ancora più innovativi e attrattivi i loro prodotti. La suola proposta ai calzolai è in poliuretano, nettamente più resistente rispetto a quelle in gomma. Rimane però ancora un altro problema irrisolto, ovvero  dare  risposta a una delle più grandi paure delle  donne, ossessionate nel trovarsi per strada con il tacco rotto. Al Politecnico di Milano è stato quindi  affidato lo studio per la progettazione di tacchi a spillo “antirottura”. Insieme le due aziende hanno anche realizzato un sito internet: “Grazie a questa rete riusciamo a fornire un prodotto completo e innovativo ampliando il nostro parco clienti, senza per questo perdere l’autonomia individuale“, ha concluso Gazzardi che ha trovato questa via per sfidare con forza la crisi. 

E’ stato proprio Mimmo Lobello, presidente del Gruppo Piccola dell’Associazione a ribadire l’importanza del fare rete, unico modo per resistere sul mercato: “Mettersi insieme – ha confermato  Lobello – non è un’attesa di tempi migliori del mercato, anzi è una riposta attiva e più efficiente al mercato stesso, che richiede sì capacità produttiva, ma soprattutto rapidità, flessibilità, e anche creatività.L e aggregazioni fra imprese sono quindi un modello di sviluppo importante che consente loro di acquisire conoscenze, massa critica e dunque maggiore competitività”

 

Anche Confindustria Alto Milanese, come ha spiegato il presidente Gian Angelo Mainini,  si è messa in rete con il ‘Punto Alleanze Lombardia’, un progetto che coinvolge 6 Associazioni territoriali di Confindustria e il Politecnico di Milano. “In questo modo – ha dichiarato Mainini – vogliamo anche noi essere sempre più competitivi, usufruendo delle reciproche competenze e risorse per offrire servizi integrati sul territorio lombardo e favorire la cooperazione fra aziende di province diverse”. Mentre Aldo Bonomi ha insistito sui vantaggi di chi fa rete,  “che potrà  beneficiare di servizi a loro dedicati, nonché procedure più snelle per l’accesso al credito, necessario a sostenerne gli investimenti”.

Anche per Fulvio D’Alvia la cooperazione fra imprese rappresenta senza dubbio anche una sfida culturale: “Le aziende non devono temere di perdere la loro indipendenza o il loro Know-how – ha sottolineato –  perché una volta raggiunto l’accordo sul progetto/programma da realizzare in comune, il contratto di rete in realtà è uno strumento semplice, che non pone particolari vincoli e lascia ai partecipanti ampia libertà di gestione nell’organizzazione e nello svolgimento delle attività comuni”.

Non poteva  mancare, quando si parla di reti, Alberto Ribolla che ha infine portato quindi l’esperienza dell’Energy Cluster,  ispirato ad un modello strategico ed organizzativo fortemente promosso a livello europeo, che comprende un’intera filiera produttiva e che, in stretta sinergia con gli attori istituzionali, i centri di ricerca e le Università, cerca di accrescere il valore intrinseco del prodotto intervenendo sulla value chain. “Il Cluster non lavora solo sul prodotto – ha sottolineato Ribolla – ma anche sulle metodologie: in collaborazione con il Liuc e grazie al finanziamento regionale abbiamo realizzato una piattaforma informatica dedicata allo scambio di informazioni e di esperienze fra le nostre imprese, tutte orientate all’export. Un altro nostro punto di forza è la possibilità di accedere con maggiore facilità alle risorse stanziate con i bandi europei dedicati alla competitività, ricerca, innovazione e internazionalizzazione, iter che è avvantaggiato dalla prestigiosa qualifica di qualità conseguita a livello europeo, il Bronze Label”.

La Lombardia è la Regione con il più alto numero di imprese coinvolte nei contratti di rete. Secondo i dati aggiornati a febbraio 2013, delle 3.521 aziende italiane facenti parte di una rete 829 sono lombarde, mentre i contratti stipulati finora sono saliti a 678 e, secondo le stime di Confindustria, potrebbero diventare 2000 entro il 2016.

Valeria Arini

 

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