Mercato del mattone fermo in Italia, in Russia cresce del 15%.

E 19 imprese ci provano

 

pubblicato su lindro.it

 

Vibrapac, azienda attiva nel settore dei prefabbricati, Edil bb, Sd Partners, azienda di progettistica (suo anche Palazzo Lombardia, sede della Regione), Parolo e Green Coop, specialisti dell’edilizia ecosostenibile, Assistedile Raimondi, specializzata in gru per grattacieli. Sono solo alcune delle 19 aziende che – sfruttando il sistema delle reti di imprese e sotto la guida della capofila House Service srl – hanno discusso con le autorità municipali di San Pietroburgo unacommessa di circa 5 miliardi. Tramite la Camera di Commercio Italia-Repubblica Ceca di Milano, in un incontro nella città russa a metà maggio hanno parlato di una serie di interventi di housing sociale, di edilizia a prezzi calmierati. «Abbiamo discusso della realizzazione di 35mila alloggi nelle 6 aree del distretto industriale e della ristrutturazione di una casa di riposo per anziani nei sobborghi della città – spiega Ermanno Orini, presidente di Green Coop – e quantificando in 3,2 miliardi il valore del primo intervento possiamo stimare che insieme al secondo si tratta di qualcosa come 5 miliardi di euro».

«Fatta un’attenta ricerca di mercato e analisi del disagio abitativo nell’Europa Centro-Orientale, è emerso che dopo la caduta del Muro di Berlino, il social housing nell’ex blocco sovietico è stato abbandonato», spiega Massimo Metilli, per conto della Camera di Commercio, vero procacciatore d’affari per quelle imprese italiane che – a fronte della stagnazione della domanda interna italiana che Orini riscontra, almeno per il suo settore – vedono nell’estero la vera ancora di salvezza«Il progetto social housing è partito sull’invito del Ministero dello Sviluppo Economico per creare nuove opportunità alle imprese edili italiane. Credo che questo progetto, anche se non rappresenta una soluzione definitiva, possa sicuramente aprire i nuovi ed interessanti mercati», conferma Metilli.

«La creazione della rete d’impresa – prosegue – ci permette di offrire contract ‘chiavi in mano’, questa novità ha suscitato tantissimo interesse dalla parte delle autorità e dei business man russi. Il mercato della Russia offre grandissime opportunità, i rischi ci sono, ma l’operare come un ente che rappresenta una rete d’imprese, offre maggiori garanzie». Assolutamente concorde con Metilli sulle opportunità che la Russia offre – «Il mercato dell’edilizia cresce a doppia cifra, al 15%» – Orini avverte tuttavia: «Per operare all’estero occorre avere una buona solidità finanziaria: in Russia la svalutazione è del 10% e questo comporta rincari conseguenti dei salari, mentre il tasso di interesse delle banche è proibitivo: 17%. La rete di imprese è uno strumento aperto, a cui possono aderire anche altri in corso d’opera, ma non è uno strumento adatto alle imprese in difficoltà, perché la rete deve avere una sua forza economica».

Orini confida che ci siano «ottime chances di arrivare a siglare pre-contratti» nel prossimo workshop a San Pietroburgo, il prossimo 23 giugno, e non si mostra particolarmente preoccupato della possibilità che concorrenti stranieri si inseriscano«Abbiamo già visto all’opera altri competitors in altri settori della città. Ma la Russia è di fatto una prateria, può essere paragonata all’Italia degli anni 60-70. E rispetto al nostro Paese offre il vantaggio di una burocrazia molto snella e di un pragmatismo che sembra quasi teutonico».

Lasciando discretamente solo intuire il ruolo che la Camera di Commercio Italia-Repubblica Ceca ha svolto attraverso i propri canali nel raccogliere la domanda russa e nell’aggregare l’offerta italiana, Metilli osserva: «Abbiamo le competenze da trasferire, questo è il nostro vantaggio: l’eccellenza del made in Italy del sistema dell’abitare, efficienza energetica, sistemi innovativi di costruzioni, l’esperienza nella gestione del social housing e i modelli di finanziamento». E in merito al know how proposto ai russi – «con riscontri superiori alle aspettative», secondo quanto riferisce Orini – afferma: «Se parlando di social housing non ci riferiamo non solo al settore abitativo ma anche quello della salute e dei servizi accessori al cittadino (ad esempio le scuole) possiamo dire di avere un’idea innovativa e di essere i primi, soprattutto siamo gli unici ad avere un progetto transazionale: stiamo unendo le aziende italiane e ceche per trovare lavoro in Est Europa».

Presidente del Comitato per lo sviluppo dell’imprenditoria e del mercato, Kachaev Elghiz all’emittente russa Perspektiva-TV ha dichiarato: «Siamo favorevoli a ogni idea che possa aiutarci a diminuire i costi e migliorare la qualità delle abitazioni, visto che è nostro compito creare le condizioni alle quali un maggior numero di persone possa migliorare la qualità della vita. La cosa più importante è l’assenza di ostacoli amministrativi; è necessario creare un ambiente di lavoro confortevole per gli imprenditori. In ogni modo, gli imprenditori italiani cercheranno la collaborazione coi partner russi e questa causa comune va supportata, soprattutto per poter inserire quanto prima le nuove tecnologie sul nostro mercato. Non ci sarà alcuna ricerca o selezione. Esistono molte imprese che entreranno in contatto con noi e proporranno vari format di collaborazione. Contatteremo varie associazioni di imprese che metteranno a disposizione loro risorse. L’importante è che ci sia interesse e prospettive in questo settore».

In rappresentanza dell’associazione per lo sviluppo e il supporto dell’imprenditoria, alla stessa tv Lidia Prokhorova si è fatta garante della certezza degli accordi che vedano operatori stranieri attivarsi in Russia: «Garantire la sicurezza del business è la nostra priorità – sono state le sue parole – Noi seguiamo i progetti che ci vengono proposti. Cerchiamo di rispondere a tutte le domande che ci arrivano dagli imprenditori. Se i nostri interlocutori sono imprese di costruzioni, studiamo a fondo le problematiche del settore, i bisogni e le difficoltà che siamo in grado di portare all’attenzione delle autorità e strutture governative competenti».

Sui 1.000-2.000 euro a metro quadro il valore degli appartamenti per i quali al prossimo appuntamento la cordata italiana presenterà business plan e rendering (oltre a esempi delle realizzazioni compiute in Italia), a fronte di salari che per la classe operaia locale si aggirano intorno ai 400 euro mensili, il target di mercato è anche quel ceto medio e sempre più alto che va prendendo piede particolarmente a Mosca e, appunto, a San Pietroburgo (dove, per intendersi, Gazprom ha progettato un grattacielo quale suo nuovo quartier generale che può ricordare, con le proporzioni e le differenze del caso, quello, a oggi il più alto in Italia, in cui Unicredit ha trasferito la propria sede in zona Garibaldi a Milano). «Su una popolazione di 5 milioni di abitanti, a San Pietroburgo ci sono 500mila super-ricchi», stima, a spanne, Orini. Nel caso di conclusione positiva delle trattative, i lavori dovrebbero prendere l’avvio all’inizio della prossima primavera, per concludersi – «Lì quando fa freddo, fa freddo davvero» ricorda Orini – per il 2020.

 

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