E’ stata istituita a Pavia la Rete BioNetwork, una rete d’impresa composta da aziende rurali femminili “family friendly” nata come sperimentazione all’interno del progetto “Imprendidonna in ambito rurale“, promosso nell’aprile 2011 da Provincia di Pavia, Camera di Commercio di Pavia, GAL Lomellina e GAL Alto Oltrepò in partenariato con le Associazioni datoriali agricole pavesi, Confederazione Italiana Agricoltori, Unione Agricoltori, Copagri e Federazione Provinciale Coltivatori Diretti. L’iniziativa pilota ha come obiettivo la costituzione di un circolo di imprese operanti sul territorio provinciale contraddistinte dal marchio Pavia in Famiglia. Una denominazione che richiama e certifica le azioni di conciliazione dei tempi intraprese a favore di una partecipazione più equilibrata delle donne al mercato del lavoro e, più in generale, per la crescita economico-sociale del territorio.

La “miccia” per la nascita dell’iniziativa è stata – come ci racconta Marina Merlini della Provincia di Pavia – “Imprendidonna in ambito rurale”, progetto avviato nel 2010 dalla Provincia con i finanziamenti previsti dall’allegato tecnico 11 al Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 per la promozione di politiche di genere. Il finanziamento era dedicato allo sviluppo dell’imprenditorialità in ambito rurale, della conciliazione, e dell’occupazione, nonché al recupero di valori come la solidarietà. Il successivo 8 aprile 2011 Provincia, Camera di Commercio, le associazioni datoriali agricole e i due Gruppi di Azione Locale (GAL) hanno firmato un protocollo d’intesa per la costituzione di una rete di imprese a favore delle politiche per la famiglia, prevedendo finanziamenti per le imprese entranti, percorsi di formazione e la creazione di un logo.

Cristiana Sartori, Presidente del Bio Network, imprenditrice agricola e “anima” della Tenuta San Giovanni, spiega il perché di tanto impegno. “Vogliamo promuovere – esordisce la Sartori – un mondo agricolo più “imprenditoriale” e meno “contadino”, per sviluppare e diffondere le grandi potenzialità del nostro territorio. E – sottolinea – siamo tutte donne: si tratta di imprenditorialità agricola femminile. Le istituzioni hanno un grande ruolo di sostegno a queste iniziative, ma ricordiamoci che l’obiettivo di aumentare la competitività del territorio deve nascere da una nostra precisa volontà”. Un obiettivo che però le imprenditrici del Bio Network credono debba essere raggiunto attraverso il “welfare”, inteso in un senso ampio. Innanzitutto “svincolando” il tempo delle persone – sia durante il lavoro sia al termine – con servizi telematici che aiutino la comunicazione e l’informazione. C’è poi il capitolo “gestione dei figli”: le imprese coinvolte si sono dotate di spazi e servizi come la ludoteca e il baby parking, non solo per i clienti ma anche per il personale di tutte le aziende del circuito.

Qualche idea per il futuro? Cristiana Sartori ci racconta entusiasta di voler puntare su cultura e formazione. Il BioNetwork sta già studiando corsi di formazione in ambito rurale e artigianale, ma anche “percorsi benessere” sull’utilizzo delle erbe officinali e sull’educazione alimentare e ambientale, e ancora, incontri informativi per “imprenditori nel biologico”. Puntando sempre sulla qualità dell’offerta.

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